Valnegra

PARROCCHIALE DI SAN MICHELE

Architettura: sec. XIX. Dipinti: opere dal sec. XVI al sec. XVIII tra cui una tela del Ceresa e una attribuita a Palma il Giovane; tela dell’Adorazione dei Magi di anonimo, sec. XVI

L’edificio. Venendo da Bergamo la parrocchiale appare sulla sinistra in alto, al centro del paese, con il suo campanile svettante per la presenza di una monumentale statua di San Michele. L’edificio è stato completamente ricostruito nell’‘800, in forme neoclassiche.

I dipinti. La decorazione generale è moderna e di scarso interesse. Viceversa la chiesa contiene dipinti di buon livello: un’Adorazione dei Magi anonima, opera cinquecentesca che ha un linguaggio estraneo a quello tipico degli autori locali o di scuola veneta: il rigore geometrico del pilastro in primo piano fa pensare al linguaggio toscano, la resa plastica degli abiti fa pensare a un pittore nordico; sempre nel coro c’è un bel Battesimo di Cristo attribuito a Jacopo Palma il Giovane(1544-1628), il pittore veneziano di grande successo originario di Serina; nel dipinto i due protagonisti manifestano la tipica gestualità manierista, nell’incedere di San Giovanni col braccio alzato e nel ritrarsi di Cristo con le braccia al petto; c’è poi la pala del Rosario di Carlo Ceresa, firmata e datata 1640, del tutto simile alla pala di Carona dello stesso autore. La parte centrale rappresenta la Madonna col Bambino circondata da angioletti, in primo piano vi sono San Domenico e Santa Caterina. Il Santo in piviale e triregno a sinistra è identificato con San Silvestro papa, quello con corazza e corona regale con Costantino imperatore; intorno al dipinto sono descritti i Misteri del Rosario in sequenza dall’Annunciazione all’Assunzione. Va segnalata anche la pala centrale, bella tela barocca del veneto Antonio Molinari (1688), che rappresenta la Madonna con bambino, San Michele che atterra il demonio e i Santi Giuseppe e Anna. Infine sulle pareti si segnalano due tele più modeste dei primi del ‘700 con la Flagellazione di Gesù e l’Orazione nell’orto.

L’arredo. Ai due altari laterali si notino due paliotti antichi in rame sbalzato. Tra gli arredi in legno notevoli gli stalli seicenteschi e gli armadi della sacrestia. Tra gli arredi preziosi un reliquiario a forma di tempietto del primo ‘500, una croce astile in rame argentato del 1578 e un calice d’argento con le immagini della Vergine, di San Michele e Sant’Antonio abate.

CHIESA DI SAN CARLO

Architettura del sec. XVII e XVIII. Dipinti: affreschi del sec. XIX

L’edificio. È una delle più antiche chiese dedicate a San Carlo, pochi anni dopo la sua canonizzazione avvenuta nel 1610. Sorge solitaria a sud del paese, facilmente visibile sulla destra per chi percorre la strada provinciale da Bergamo. Recuperata da uno stato di abbandono da un recente restauro, presenta un curioso frontone curvilineo, di gusto settecentesco. L’interno è costituito da una semplice aula a pianta rettangolare, coperta da volta a botte.

I dipinti. L’interno è stato privato di tutte le opere mobili, per questo rimangono solo gli stucchi barocchi e una serie di affreschi nel presbiterio e sulla cupola: rappresentano la Madonna Immacolata tra San Rocco e San Luigi Gonzaga nella lunetta, e San Carlo che amministra la prima comunione a San Luigi Gonzaga in alto sulla cupola; sono dipinti ottocenteschi con gustose scene di costumi e architetture “da operetta”.

La chiesa di San Carlo