PARROCCHIALE DI SANTA MARIA ASSUNTA
Architettura: fine sec. XIX, inizi sec. XX. Dipinti: due polittici degli inizi del sec. XVI; testa di Madonna di P. Mera del sec. XVII su rame. Arredi: altari e arredi lignei del sec. XVII; arredi preziosi dal sec. XVI al sec. XVIII. La chiesa pur essendo di fondazione molto antica (forse sec. XIII) fu ricostruita tra la fine del sec. XIX e gli inizi del sec. XX.
I dipinti. Testimonianze dell’edificio antico sono le murature della parte absidale, che all’esterno mostrano affreschi cinquecenteschi con Sant’Antonio abate e il leone di San Marco, emblema del dominio veneziano; tra queste immagini gli stemmi dei committenti: i Ragazzoni a sinistra e gli Annovazzi a destra.
All’interno, sulle pareti del presbiterio, due polittici a sei scomparti in bellissime cornici originali intagliate e dorate: uno era l’ancona centrale della chiesa antica con al centro la statua lignea della Madonna, ai lati i Santi Ambrogio e Lorenzo, e sopra Sebastiano, Antonio abate e Rocco; in alto, sulla cimasa, Dio Padre tra due angeli. L’altro polittico, proveniente dall’oratorio di Sant’Antonio di Valtorta, rappresenta una Madonna con Bambino tra i Santi Antonio abate e Lorenzo, sopra una Pietà tra Sant’Ambrogio e Santa Caterina e, sulla cimasa, Dio padre e L’Annunciazione; la parte in basso, la predella, è dipinta con Cristo tra gli apostoli. Sono polittici anonimi ma assai belli, di gusto ancora gotico per le dorature e lo stesso formato a scompartimenti separati, ma di linguaggio rinascimentale per gli effetti plastici e naturalistici.
Sopra l’altare a sinistra del presbiterio, un altro dipinto che costituisce una rarità è una tavoletta in rame, con bella cornice barocca, firmata da Pietro Mera nel 1643, che rappresenta una testa della Vergine come un ritratto.
Arredi. In fondo alla navata sinistra è collocato l’altare maggiore della chiesa antica, vero capolavoro di intaglio a forma di tempietto, con nicchie, colonnine e statuette; in fondo alla navata destra altare simile, con una pala seicentesca che rappresenta la Consacrazione di San Carlo. Belli anche il pulpito, un confessionale e altri arredi in sacrestia, tutti intagliati e intarsiati. Non manca un piccolo patrimonio di arredi preziosi e paramenti sacri dal ‘500 al ‘700, che fanno di questa chiesa un vero museo d’arte sacra.
CONTRADA TORRE, CHIESA DI SANT’ANTONIO ABATE
Architettura: sec XVI con interventi successivi. Dipinti: un affresco del sec XIV e affreschi del sec. XVI. Sulla strada che da Valtorta centro porta alle sciovie dei Piani di Bobbio-Ceresola, in un contesto di case antiche della contrada Torre, un campaniletto con bifore a sesto acuto segnala sulla destra in basso la presenza della chiesa di Sant’Antonio abate, costruita nel 1367 come oratorio privato, sotto il patronato della famiglia Ragazzoni.
L’edificio. La costruzione attuale è cinquecentesca, ma questa è stata edificata su un edificio trecentesco, che a sua volta è sorto sopra una precedente costruzione fortificata. La facciata è stata rifatta due volte a causa della caduta di valanghe e la data del 1702, scolpita sull’architrave del portale, testimonia l’ultimo rifacimento. L’interno ha la tipica struttura delle chiese del ‘400 e del ‘500 a navata unica con presbiterio e soffitto con travi a vista, sostenuto da due arcate trasversali.
I dipinti. All’esterno sulla parete sud, presso l’ingresso laterale, ci accoglie una monumentale figura di San Cristoforo con Gesù Bambino sulla spalla e una figura di Santo alla sua sinistra. All’interno l’affresco più antico rappresenta, sulla parete destra, la scena della donazione: il donatore, accompagnato da un Santo vescovo, offre il modello della chiesa a S. Antonio abate; sulla destra una Madonna con Bambino e una Trinità dentro una mandorla gotica, La chiesa contiene poi cicli di affreschi cinquecenteschi (in due punti appare la data 1529), tra i meglio conservati della valle: è interamente affrescata l’arcata trasversale sulla parte rivolta verso il presbiterio: da sinistra un Cristo che esce dal sepolcro con gli strumenti della passione, una Madonna con Bambino e San Rocco, un’Incoronazione della Vergine in un tripudio di angeli, una Crocifissione con i Santi Rocco e Sebastiano e infine una Natività con Giuseppe e Maria; sono soggetti devozionali dipinti da artisti locali, con accentuazioni patetiche e realistiche (Cristo in pietà o “vir dolorum”) o con aperture verso una spazialità più aperta (gli angeli nell’Incoronazione). Altri affreschi si trovano sulle pareti del presbiterio, dove in una successione di riquadri con didascalie, sono rappresentate le storie di Sant’Antonio abate: sono riconoscibili alcuni fantasiosi episodi con le tentazioni del demonio oppure la scena della morte del Santo equilibrata e prospetticamente ben strutturata.
FRAZIONE CANTELLO: BORGO E AFFRESCHI ESTERNI
La località Cantello è raggiungibile in auto in pochi minuti da una strada che, prima di Valtorta centro, sale sulla destra venendo da Bergamo. Lasciata l’auto sulla strada asfaltata si sale con un sentiero che in pochi metri porta alla parte più interessante del nucleo abitativo. Il borgo presenta una serie di edifici rustici in pietra con fronte rivolto a sud; al centro del nucleo di case più antico un tratto di via coperta e porticata. Quasi subito ci accoglie un bel dipinto devozionale con la Madonna e Gesù Bambino in trono tra Sant’Antonio abate e San Sebastiano: opera gustosa per la semplicità e il candore dei sentimenti espressi, purtroppo in cattivo stato di conservazione; sotto, quasi illeggibile, l’iscrizione: AVE REGINA CELORU XIX SETEMB…. MDLVIII. Proseguendo il sentiero, dopo il breve tratto di strada porticata, incontriamo la pittoresca casa Annovazzi, sulla cui facciata sono state dipinte rustiche decorazioni floreali, datate 1751, una Madonna con Bambino (ormai invisibile, forse residuo di uno strappo) e altre immagini di difficile identificazione (sulla sinistra un braccio e un capitello).
FRAZIONE CANTELLO, ORATORIO DI SAN ROCCO E SEBASTIANO E DIPINTI MURALI IN BAITE E CAPPELLE
Architettura: oratorio sec. XVII. Dipinti: affreschi sulle baite sec. XVII-XIX
L’edificio. In località Cantello di Valtorta, oltre agli affreschi esterni, è possibile ammirare, al termine del borgo, dopo la casa Annovazzi, l’oratorio di San Rocco e Sebastiano, edificato da Paolo e Bernardo Annovazzi, per ringraziamento dallo scampato pericolo della peste (1630); il piccolo edificio si presenta intonacato da un recente restauro, con una finestrella a lunetta, il portale e un’altra piccola finestra sulla destra.
I dipinti. All’interno la pala d’altare rappresenta la Vergine col Bambino tra San Sebastiano e San Rocco che solleva la veste per mostrare la piaga del morbo: opera anonima di poco posteriore alla edificazione della cappella (1659).
Gli affreschi delle baite. Al di fuori del borgo, sulle mulattiere e sulle baite che si affacciano sopra Cantello, percorrendo il sentiero che dalla frazione sale in direzione di Ornica o verso il pizzo dei Tre Signori, è facile imbattersi in dipinti murali realizzati dal sec. XVII al sec. XIX, a carattere prevalentemente devozionale, ma talvolta con scene di vita civile: è il caso della baita Agalì, dove un cavaliere che fuma la pipa riceve un omaggio di una caraffa di vino e di un ramoscello da parte di un uomo festante in abiti settecenteschi; nella splendida località Pigolotta due affreschi con Madonna e Santi; un piccolo dipinto del ’600, meglio leggibile, si trova sulla baita Madona; una bella edicola votiva dell’’800, che si trova sulla mulattiera per Costa, ci mostra tutte le pareti dipinte con una Pietà, San Giuseppe e San Rocco, l’Immacolata e una figura maschile che accompagna dei bambini, opera di un tal Antonio Pagnona.
FRAZIONE RAVA, ORATORIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA
L’edificio. Le prime notizie della chiesa risalgono al sec. XIX, quando abbiamo testimonianze di un ampliamento di un edificio più antico. Vale la pena di fare un’escursione nella frazione Rava soprattutto per vedere un bell’affresco riscoperto negli anni ’60, sotto un quadro ad olio di medesimo soggetto.
Il dipinto. Il dipinto rappresenta la Madonna con Bambino in trono tra San Giovanni Battista e San Lorenzo: si tratta di una composizione statica ancora cinquecentesca, anche se probabilmente fu eseguita più tardi da maestranze locali. La particolarità dell’opera è costituita dal fatto che la Madonna tiene in mano un fiore bianco, forse un croco primaverile: per questo è stata denominata la Madonna del fiore; da notare anche la finezza del broccato della dalmatica di San Lorenzo con motivi “a melagrana”.